Patrimonio Archeologico a Penne
>> sabato 11 dicembre 2010
Ho deciso di occuparmi del patrimonio archeologico della Città di Penne, e in generale dell'Area Vestina, dopo la letturra di una serie di notizie e di commenti relativi a Penne ed a Farindola. La tutela del patrimonio archeologico è un tema di forte attualità anche a livello nazionale: il crollo di due edifici della Città di Pompei ha provocato un vero terremoto politico sul Governo e soprattutto sul Ministro dei Beni Culturali.
Tornando a Penne, mi ha molto colpito la denuncia dell'Archeo Club di Pescara pubblicata su Prima Da Noi a proposito del progetto di nuovi locali commerciali a ridosso della cinta muraria pennese. La nuova costruzione dovrebbe ergersi all'inizio della Circonvallazione Aldo Moro, esattamente al posto dell'edificio che una volta ospitava la bottega de "Lu sitacciare".
La posizione dell'Archeo Club è molto critica, non tanto sull'aspetto (moderno) del nuovo complesso commerciale, ma sul fatto che le dimensioni e la posizione in cui verrebbe realizzato coprirebbero in toto il tratto di mura in questione. Quel tratto e la relativa torre (oggi semi-diroccata) potrebbe essere ricostruito e diventare una testimonianza a cielo aperto di come una volta si presentava la cinta muraria pennese.
La denuncia dell'Archeoclub si fa amara quando pone un interrogativo a tutto campo, circa l'approccio di fondo della Comunità Vestina verso la tutela del patrimonio archeologico:
«Siamo certi che se Penne non fosse in Abruzzo ma già solo al di là del Tronto, ben altre cure e valorizzazioni riceverebbero dai suoi cittadini e dai suoi amministratori tutti quei beni culturali di cui è ricca e che sta continuamente distruggendo o lasciando inesorabilmente deperire».
Come darle torto?
Nella mia personale esperienza, come studentessa universitaria a Macerata negli anni immediatamente successivi al terremoto che sconvolse il Centro Italia, posso assicurare che tanti paesini dell'entroterra marchigiano, proprio in seguito al terremoto, si sono letteralmente risvegliati,ed hanno messo in opera numerosi interventi per riconsolidare e riscoprire i centri storici e le relative cinte murarie. Questo ha permesso agli abitanti di ritornarvi a vivere, ed ha dato nuovo impulso al turismo culturale ed enogastronomico.
E, naturalmente, navigando in rete, ho scoperto altre notizie sul tema, come il danneggiamento a Farindola di una cisterna di epoca romana grazie ad una costruzione abusiva. Posta sotto la tutela dei Carabinieri di Penne, l'area ha restituito un anello-sigillo di epoca romana raffigurante un gambero di fiume. Si ritiene che la cisterna fosse di proprietà di una famiglia di allevatori di gamberi.
"L’eccezionale reperto - si legge in una nota della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo - documenta le fasi tardoantiche di una grande villa del territorio dei Vestini, rimasta abitata sin quasi verso la fine dell’Impero Romano, ad evidente testimonianza dell’importanza anche economica di questa zona ancora in quest’epoca così tarda".
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